Che gli arrampicatori siano un tantino maleducati è una consuetudine, ma che spesso e volentieri si mettano in situazioni bizzarre, soprattutto quando si tratta di arrampicare in falesie situate in terreni privati, è un dato di fatto.
A tal proposito posso raccontare una storiella che mi è capitata negli anni Settanta. Avevamo notato una bella e particolare struttura al Bric Spaventaggi, nella Valle dell’Aquila. La roccia aveva la forma di un’enorme pancione. All’istante la nominammo “Superpanza”. Durante i tentativi di avvicinamento e salita alla parete, utilizzavamo una stradina, in parte privata, che conduceva a delle cave di roccia da poco abbandonate e che passava accanto ad una casa privata. In prossimità dell’abitazione i proprietari avevano costruito uno sbarramento in metallo, tipo cancello, per impedire l’accesso alle rocce… Il tutto ben guardato e custodito da un paio di cagnacci poco socievoli.
Una mattina di buon tempo scavalcammo silenziosamente lo sbarramento, ma destammo l’attenzione degli animali che si avventarono verso di noi abbaiando furiosamente.
Falcetti, piccozze da legno ed attrezzi necessari per realizzare il sentiero di accesso alle rocce, facevano parte del nostro bagaglio arrampicatorio dell’epoca… quindi ci sentivamo ben difesi. Nel mentre arrivarono i padroni, e la rissa, fortunatamente verbale, esplose immediatamente ed in breve aumentò di tono. Chi urlava, chi abbaiava, chi minacciava di passare alle vie di fatto… Un casino infernale.
Alla fine prevalse il buonsenso. Noi esprimemmo le nostre ragioni con la promessa di non passare più alle prime ore del mattino e i padroni acconsentirono a lasciarci utilizzare la stradina, condendo il tutto con una bella predica sul tema della proprietà in parte privata e sull’usucapione. Ricordo che la predica terminò con la seguente frase: “Comunque siete dei bei matti, ed anche dei maleducati”. Forse per questo motivo, una parte della parete prese il nome di “Placca dei Maleducati”.